Davide è morto

 

 

La notizia è scappata come la scintilla che mette fuoco alla paglia.
E’ corsa veloce a forza di telefonate, sms, e-mail…
E ogni volta è stata accolta come un pugno nello stomaco, che ha lasciato chiunque atterrito, sconvolto, ferito!
Di corsa ognuno ha lasciato il lavoro, lo studio, i compiti e gli altri interessi, per ritrovarsi tutti insieme nella sede.
Alcuni erano zitti, incapaci di parlare.
Altri grondavano di lacrime.
Altri ancora, con gesti nervosi, esprimevano la loro rabbia e l’ingiustizia per quel fatto...
Per tutti sembrava un brutto sogno, un incubo inammissibile e lontano dalla realtà.
Nel cuore di ognuno bussava la stessa domanda: ma perché?
Perché Davide è morto nel tardo pomeriggio di oggi, al tramonto della giornata?
Perché si è schiantato con il motorino contro un bancale di materiale edile mal segnalato?
Perché è volato in aria per ricadere come un manichino dislocato.
Perché la sua vita di diciottenne è stata abortita quando invece cominciava a dare fiori e frutti?
Davide, questa sera la tua Comunità, per un attimo, ha smesso di vivere!
Dove è finito l’amico delle nostre avventure?
Dove è scomparso il nostro compagno di Strada?
Dove è volato il generoso volontario, disponibile nel Servizio?
Dove è andato l’allegro personaggio che irradiava la Comunità con la sua semplicità e purezza?

E adesso?... Dove sei?... Come mai?... Perché?...
Quale è il senso della vita quando è troncata in gioventù?
Chi potrà mai colmare la tua definitiva assenza?
Sono domande troppo grandi per noi giovani.
Siamo sfiniti dal pianto, dalla tristezza, dal vuoto!
E’ rimasta la sola rabbia e la nostra poca fede!

Chi è stato ad interrompere la corsa del nostro amico?
Chi ha tagliato il filo della sua vita traboccante?
Chi ha cancellato nel niente colui che era?
Ci sarà sicuramente un responsabile ed un colpevole per sfogare la nostra indignazione!
La vendetta cerca sempre di puntare il dito per accusare qualcuno.
Forse correva troppo veloce.
Probabilmente l’azienda edile è stata irresponsabile.
Sicuramente la colpa è di Dio.
Non poteva impedire un tale spreco di vita?

Ma si può condannare quando non si sa con esattezza?
Serve accusare Dio?
Più di ognuno di noi, Lui è il Dio della Vita che ‘soffre’ per la vita incompiuta di Davide.
Non sopporta la morte. L’ha in obbrobrio!
Il Dio della Vita però, è prigioniero del suo Amore, dilaniato tra la voglia pazza di intervenire per  proteggere, impedire e bloccare qualsiasi tipo sbaglio mortale, e la sua volontà di amarci autenticamente, rispettando a fondo il Suo impegno con noi: essere uomini liberi e responsabili.
Il Dio della Vita è un Padre che ama e non un patrigno che paralizza!

Accogli oggi, Signore, il nostro fratello di Strada Davide come un ramo secco che non porterà mai più le foglie primaverili, i fiori per la gioia dello sguardo, i frutti della generosità.
Prendilo e getta definitivamente questo legno secco nel fuoco del tuo Amore.
Lui che sembrava non esserci più, scomparso dalla terra degli uomini, ha ancora l’opportunità di consumarsi nel tuo Grande Fuoco per illuminare e riscaldare i suoi amici.
Perché la morte non è assenza, ma una differente presenza.
“Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me anche se muore, vivrà!

 Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?” (Giovanni 11, 25-26).

 

Padre Etienne

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