Il topo di città ed il topo di campagna

 

C’era un topo di città,
che viveva bene nel suo universo grigio di cemento armato,
con supernegozi, cinema, discoteche e teatri.
Si godeva beatamente la vita, dimenticandone il significato.
In lunghe gallerie illuminate giorno e notte poteva accelerare i suoi spostamenti da una parte all’altra della città tumultuosa.
Aspirato dalla trottola dell’agitazione, il topo era sempre angosciato.
Pian piano perdeva consistenza, lasciando da parte la sua identità.
Stampati sui modelli stereotipati del mondo, i suoi cinque sensi si spegnevano:
miopia per occhi feriti da troppo computer e tv,
sordità per orecchie piene del clamore della città,
disturbi dell’olfatto per un naso non più in grado di percepire alcun odore,
incapacità del gusto a riconoscere i sapori perchè abituato a cibi preconfezionati,
diminuzione della capacità del tatto che affonda in un benessere esagerato.
Il topo di città non sapeva più osservare!
Perdeva le sue autodifese istintive.
La minaccia del gatto era incombente!

 

“Basta!” esclama il topo di campagna!
Scappa dunque dalla tua affascinante prigione rosa!
Vieni a casa mia!
Lascia perdere il tuo Avere per riscoprire il tuo Essere!
Qui in campagna ritroverai:
i profumi genuini di una natura incontaminata,
il gusto luminoso del bello,
la profondità del silenzio pieno di armonie,
l’amore per l’essenzialità senza maschera,
la delicatezza di un semplice servizio,
il vero senso della vita...
...Ed un Canto che annuncia Dio.

Questa è stata una delle geniali scoperte di B.P. quando, preoccupato da questi ‘topi di città’ che si smarrivano, li trasformò in ‘topi di campagna’. Questa scoperta fa parte del bellissimo metodo educativo scout.

La tentazione certe volte è di dimenticarne il valore, chiudendo l’avventura scout negli orizzonti cittadini fatti di palazzi e di strade, di traffico e di rumore. Rischia allora di perdere una parte fondamentale della sua identità e non essere più attraente!

 

Padre Etienne

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