Signore, insegnami ad accogliere

 

Ho appena richiuso la porta dietro di lui.
L’ho visto allontanarsi, le spalle curve.
E’ uscito solo e deluso.
Adesso dentro di me rimane l’amarezza perché oggi, al posto di seminare una pagliuzza di luce nel cuore del mio fratello, ho lasciato una macchia d’ombra…
E tutto questo, per colpa mia!

Quando è arrivato, con i suoi occhi timidi e desiderosi, l’ho lasciato entrare in casa mia.
Gli ho offerto una sedia ed ha cominciato a parlare e sfogarsi.
Ma con mille piccoli segnali gli ho fatto capire che dovevo terminare delle faccende importanti,  che ero occupato, che mi stava rubando del tempo prezioso.
Sono rimasto egoisticamente sbarrato dietro il mio mucchio di cose da fare, senza aprirmi, senza lasciare che l’ospite mi invadesse, mi possedesse, mi colpisse nell’intimo con la sua vita, le sue angosce, le sue attese.
Ho aperto la porta della mia stanza, ma quella del mio cuore è rimasta chiusa…
E tutto questo, per colpa mia!

Oggi, Signore, sei venuto a visitarmi nel volto del mio fratello,
sei venuto a disturbarmi nelle mie abitudini, nei miei tempi programmati,
ma ho preferito parcheggiarti in attesa di un momento migliore,
allora tu sei andato via in punta di piedi e mi hai lasciato solo…
E tutto questo, per colpa mia!

Signore, quando mai avrò la pazienza e la delicatezza dell’accoglienza?
Quando mai quelli che bussano alla mia porta intuiranno che sono felice di condividere con loro un attimo, senza il timore di disturbarmi e di annoiarmi?
Quando mai riconoscerò il dono della tua manifestazione nell’incontro con un povero per strada,
nella risposta ad una lettera che chiede aiuto, nella telefonata di una persona bisognosa di ascolto?

Figlio mio, smettila di pensare a te, ancora a te e sempre a te.
Rompi la stretta dei tuoi egoismi.
Mi rallegro del tuo sbaglio, perché chiudendo la porta al tuo fratello, ti sei congedato anche con Me!
Ti sei così ritrovato povero con la tua solitudine e le tue sole efficienze !
Quante ricchezze invece ho da donarti, attraverso il vicino che bussa improvvisamente alla porta delle tue occupazioni!
Non scoraggiarti. Le mancanze sono fatte per diventare trampolini, quando ti butti con più fiducia nella mie braccia misericordiose.
Oggi hai capito che è più bello accogliere me nel fratello bisognoso che seguire la tua sterile impresa.
“Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio”. (Giovanni 1, 11-12)

 

Padre Etienne