Un bambino per maestro

Camminavo lungo la spiaggia.
Avanzavo pensieroso, alla ricerca di risposte a domande davanti a cui resto troppo spesso muto e sgomento.
Da dove vengo?
Dove vado?
Quale è il senso dell’enigma che sono?
Che teatro è questo mondo in cui piango sotto la maschera del riso?
Perché il male?
E la sofferenza?
Esiste la verità?
E’ possibile dare un senso alla propria vita e realizzarla?
Sono fatto per il nulla o per la vita eterna? 
In certi momenti questi interrogativi affiorano, insidiosi, sulla superficie del dubbio.
Altre volte picchiano con violenza alle mie porte al punto farmi gridare:
Perché vivere?
Perché continuare a trascinarmi, errando qua e là sotto il peso dei miei problemi?
La mia vita sarà come le impronte che lascio sulla sabbia bagnata,
tracce che scompaiono per sempre non appena sono ricoperte dalle onde del mare?
Sono fatto per il Tutto o il Nulla?
O Dio, come sono confuso!
Chi mi aiuterà?

Ero immerso in queste riflessioni, quando ho visto un bambino con i capelli ricci e biondi.
Bambino meraviglioso, puro, senza sbavature.
Bambino nuovo che non ha ancora corrotto l’immagine di Dio stampata nel suo cuore.
Bambino maestro perché innocente e così vicino a Dio.
Giocava con il suo secchiello di plastica, i sassi e la sabbia.

Meravigliato, lo guardavo mettere uno a uno alcuni sassi grossi nel secchiello fino all’orlo.
Lo vidi aggiungere anche della rena grossa e scuotere il secchio perché tutto lo spazio fosse riempito.
Prese poi della sabbia molto fine e la versò nelle fessure ancora libere.
Era tutto concentrato. Faceva le cose con impegno!

Tranquillamente alzò la testa e potei allora osservare i suoi occhi così limpidi.
Il suo era uno sguardo trasparente di bimbo.
Percepii che Dio si affacciava alla finestra della sua anima per insegnarmi le cose della vita.
Allora capii  che dovevo mettere ORDINE nella mia vita.

Anzitutto deporre i sassi grossi, cioè i valori essenziali senza i quali la vita si smarrisce:
la luce della fede,
l’incontro con Dio e l’accoglienza di una chiamata singolare,
il dono della mia persona come risposta d’amore,
la famiglia,
il servizio generoso,
l’amicizia sincera…
…e anche se dovessi perdere tutto il resto, con questi valori la mia esistenza non sarebbe certo vuota.
Poi, aggiungere la rena grossa, cioè i valori importanti, ma non essenziali:
uno studio interessante ,
un lavoro appagante,
una casa ben arredata …
Infine, versare la sabbia fine delle cose passeggere nelle fessure del tempo:
il gusto per le mode più svariate, solo per apparire,
un attaccamento esagerato ai beni della terra per paura di essere squalificato nella corsa all’Avere sempre di più,
tanta spensieratezza e spreco di tempo,
troppo divertimento per non impegnarsi…

Se il bambino avesse cominciato a riempire il suo secchio con la sabbia fine, non sarebbe rimasto spazio né per la rena, né per i sassi grossi.
Se tutta la mia vita è ingombrata e tormentata da mille piccole cose futili ed effimere,
come farò a trovare spazio e tempo per i valori essenziali e generosi che danno la vera felicità?

Adesso non vado più a casaccio verso un futuro ignoto, lasciando impronte che si perdono nelle onde del passato.

Grazie piccolo bambino, la tua silenziosa lezione ha stampato nel mio cuore un’impronta indelebile e un gusto forte di vivere a pieno.

 

Padre Etienne

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