Come coltivare la fede con i sacramenti?

 

Nella casa di Betània, ci sono tre personaggi: Maria, Marta e Gesù. Abbiamo detto che Gesù simboleggia la vita sacramentale, in quanto è Lui che dà i segni sensibili per comunicarci le forze spirituali della grazia. Questi segni sensibili sono i sacramenti. Essi sono sette. Ognuno fa il suo specifico servizio perché ciascun cristiano possa crescere e diventare adulto nella fede. Il Battesimo è la ‘porta d’ingresso’ per la quale si entra per diventare figli del Padre, fratelli del Figlio, tempi dello Spirito e membri della Chiesa; la Cresima dà la forza della testimonianza; l’Eucaristia è nutrirsi di Dio, mangiando il Corpo e bevendo il Sangue di Cristo, per diventare una sola cosa con Lui, e dunque più uniti tutti insieme; la Riconciliazione è lasciar fare allo Spirito Santo una ‘lavatrice spirituale’ perché il cuore e la coscienza ritrovino la gioia e la pace; il Sacramento dei malati è ricevere una forza nella malattia o un accompagnamento sulla soglia della morte; il Sacramento del Matrimonio è sposarsi nel Signore; il Sacramento dell’Ordine è ricevere la grazia necessaria per condurre il Popolo di Dio verso ‘pascoli erbosi’. Ogni sacramento necessita della fede per essere accolto e per operare le sue benedizioni. Senza fede e senza un’attiva disposizione, il sacramento non serve a niente, e potrebbe ridursi a un mero rito e ad un atto magico. Se il sacramento però necessita della fede per essere degnamente ricevuto, esso stesso fa anche crescere la fede, la stimola, la sviluppa.

E’ ovvio, ci sono dei sacramenti che creano difficoltà. Basta pensare alla Cresima che viene rifiutata da chi non se la sente di andare avanti nella fede. E’ una scelta giusta perché è importante agire con coerenza. Ma è altrettanto importante non mollare, cercare di fare luce, rispondere a una Voce che chiama instancabilmente! Quanto al sacramento della Riconciliazione, le domande si fanno sottili: a cosa serve confessarsi? Perché raccontare i propri peccati ad una persona che pecca come tutti gli altri uomini? Si fa talmente meglio da soli, in un contatto diretto con il Signore! Ecco provocazioni che necessitano risposte e chiarimenti. Nessuno ha il diritto di arrendersi e di bloccarsi. Si deve cercare a tutti costi una risposta e fare luce.
Tra tutti i sacramenti però, l’Eucaristia è sicuramente quello che più richiede fede e che più la stimola. Forse è l’abitudine, forse è l’inconsapevolezza, ma quale grande atto di fede facciamo quando crediamo che il pane è Corpo di Cristo e il vino è Sangue di Cristo! E’ talmente grande che appena dopo la consacrazione il sacerdote proclama all’assemblea: ‘Mistero della fede!’. Non si vede niente, non si gusta niente, non si sente niente, ma si crede che Lui è qui, presente, l’Emanuele che viene ad abitare in mezzo a noi! La sua presenza è davvero nutrimento per il corpo e per l’anima! “Sfamasti il tuo popolo con un cibo capace di procurare ogni delizia e di soddisfare ogni gusto. Questo tuo alimento manifesta la tua dolcezza verso i tuoi figli; si adatta al gusto di chi lo mangia” (Sapienza 16, 20-21).

In un certo senso, andare alla Messa e fare la Comunione è ricevere un ‘Sole’ che illumina tutta la vita, cancella le imperfezioni, dà energie nuove per andare avanti e affrontare il peso della settimana! Non sbagliava Santa Caterina da Siena a chiamare il sacerdote il ‘ministro del Sole’ quando, alzando l’Ostia dopo la Consacrazione, alzava il ‘Sole di giustizia’ che è Cristo! “Per voi, cultori del mio nome, sorgerà il Sole di giustizia con raggi benefici” (Malachia 3, 20).
Come non stupirsi di constatare che le nostre lingue europee sembrano confermare il ruolo centrale dell’Eucaristia e la sua funzione nella nostra vita? L’italiano dice: domenica; il francese dice: dimanche; lo spagnolo dice: domingo; invece l’inglese dice: sunday; e il tedesco dice: sontag. Come se il giorno detto ‘del Signore’ fosse anche il giorno del ‘Sole’. Sì, andare alla Messa, fare la Comunione e mangiare l’ostia è ricevere una ‘pasticca di Sole’ per lasciarsi poi irradiare da Lui.

Ma il sole non è mai solo! Attorno a lui girano dei pianeti. Attorno al ‘Sole’ della Domenica che è la Messa, girano i giorni della settimana: lunedì (il dì della Luna); martedì (il dì di Marte); mercoledì (il dì di Mercurio); giovedì (il dì di Giove); venerdì (il dì di Venere); e sabato (il dì di Saturno). Partecipare alla Messa e comunicarsi al ‘Sole di giustizia’ è illuminare tutti i giorni della propria settimana, giorno dopo giorno. Ci vuole questo ‘Sole’ per vedere chiaro, per andare avanti, per fare delle scelte e dare alla propria vita un orientamento. Invece perdere regolarmente la Messa, farne a meno per negligenza, per poca voglia, vuol dire rischiare grosso! Se manca il Sole, i giorni della settimana non sono più irradiati dalla presenza di Dio e la fede si spegne un po’ alla volta. A forza di perdere la Messa, si vivono lunghe settimane buie, con il rischio di smarrirsi, di non trovare le giuste energie per fare le giuste scelte.


Padre Stefano
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