Come coltivare la fede con la preghiera?

 

Pregare è difficile. Tanti sono i motivi per i quali non si prega. Sicuramente perché manca il tempo e quando arriva la sera, a notte inoltrata, dove trovare la forza per pregare? Si crolla nel sonno! Poi mettici la pigrizia o la poca voglia! Poi tutte le distrazioni!Poi i mille interessi che colmano abbondantemente la vita: cosa è la preghiera a confronto di queste seduzioni? Sa proprio di poco! Poi la mancanza di fede: a cosa serve pregare quando Dio è assente, non ascolta, non considera le nostre miserie! A forza di non pregare, non si prega più, davvero!
Invece la preghiera va riscoperta perché è necessaria, come è necessario respirare per vivere. Qualcuno crederà che sia esagerato pensarla così. Ma, riflettendoci, la preghiera è la grande contestazione fatta al nostro mondo contemporaneo che rischia di chiudersi nel materiale, nel sensuale, nell’egoismo.
Purtroppo troppo spesso non sappiamo pregare perché nessuno ce l’ha insegnato. Allora la preghiera non è più preghiera, ma un’introspezione psicologica per analizzare i propri sentimenti, le emozioni, le diverse impressioni vissute con le persone incontrate. Riflettere su se stesso e sui propri atti è cosa lodevole, ma perché diventi preghiera ci vuole un passaggio in più. Esso consiste nel mettere la propria vita nella luce di Dio e sotto il suo sguardo. Allora sì, la preghiera diventa atto di fede! Non si chiude più in un monologo, ma si apre su un dialogo di due persone che parlano e ascoltano. Dio parla e l’uomo ascolta, l’uomo parla e Dio ascolta. Il punto di partenza della preghiera è sempre la Parola di Dio ascoltata alla maniera di Maria che, seduta ai piedi di Gesù, era attenta.
Cosa fare? Anzitutto avere il carattere per trovare il tempo di pregare: sarà una volta al giorno o tre volte alla settimana? Ci vogliono dei momenti ‘perduti’ per Dio, per incontrarlo gratuitamente. Chi ama sa perdere del tempo, sa spendere del suo prezioso tempo per l’amato. Invece quando si ama poco, si ha poco tempo per l’altro. Per la preghiera è la stessa cosa. “E’ il tempo che hai perso per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante!” (Piccolo Principe). Un minimo di 15 o 20 minuti non sono troppi.
Cosa fare ancora? Possibilmente cercare e trovare un posto bello per pregare. Certo, si può pregare anche nel letto, ma bastano pochi minuti per affondare nei sogni. Sarebbe meglio individuare dei ‘luoghi significativi’. Ad esempio: seduto davanti ad un’icona o sotto qualche albero, o raccolto da solo nella chiesa che sta nelle vicinanze di casa, ecc...
Cosa fare per pregare? All’inizio prendere il Vangelo, leggere con il cuore, ascoltare, segnare le provocazioni, serbare qualche versetto, confrontare la propria vita con la Parola di Dio, lasciare Gesù entrare nella vita quotidiana e... rispondere! Nasce il dialogo. “Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro” (Esodo 33, 11). Gli inizi sono balbuzienti e noiosi... ma è normale: questo vale per tutti. A forza di perseverare però, cresce l’intimità con questo Qualcuno che si rivela. Diventa Amico, discreto ma sempre presente. Il suo nome è ‘Emanuele’ cioè Dio-con-noi, perché Dio non sa stare lontano dagli uomini! Lui non desidera altro che condividere in tutto la nostra vita quotidiana e trasformarla con la Luce della fede.
Cosa fare? Pregare da soli non è sempre comodo: anche i migliori propositi rischiano di appassire. Ma insieme ci si fa forza! Perché non ritrovarsi ogni tanto con uno o due amici – o con una Comunità - per condividere la Parola di Dio come se fosse pane da spezzare e da offrirsi? Provateci e vedrete quante sorprese Gesù sa fare a chi si raduna nel suo Nome. Allora la Parola si illumina, si moltiplica. La Comunità diventa ‘scuola di preghiera’.
Cosa fare ancora? Perseverare e perseverare! Dio non è un Babbo Natale che asseconda i nostri capricci. La preghiera deve farsi insistente e tenace perché ci si aspetta tutto da Dio, Lui è nostro Padre. Non può ignorare la nostra supplica: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano” (Matteo 7, 7-11).
 Ascoltare la Parola di Dio è bene. Pregare con la Parola di Dio è meglio. Approfondire la Parola di Dio è cosa ottima! Non è pensabile rimanere tutta la vita come dei ‘nani’ per ciò che riguarda la fede perché il catechismo non è stato vissuto bene, quando invece siamo dei ‘giganti’ per ciò che riguarda la scienza e la tecnica perché la scuola costringe allo studio. Purtroppo, quando si diventa adulti, si precipitano spesso le grandi domande per trovare un senso, per fare delle scelte, per tendere verso la felicità, ma non si è pronti. Allora non si sa bene dove andare a sbattere la testa. Quanti dubbi nella vita? Quante accuse fatta alla Chiesa? Quante perplessità? Quante domande che non trovano mai una risposta, perché è mancato un ‘maestro’ e non c’è stato un profeta per proporre risposte credibili! Esiste una reale urgenza di approfondire la propria fede. E’ una responsabilità da coltivare. In questa ricerca della fede, ognuno dovrebbe essere un po’ come i Re Magi che, davanti alle difficoltà dei lunghi deserti da attraversare, delle notti fonde, della corte di Gerusalemme che imbroglia le carte, non si arrendono ma seguono la stella fino alla gioia dell’Incontro, della scoperta della Luce, della Verità! Quando ci si sente impreparati, perché esitare ad alzarsi? Vale la pena percorrere chilometri e chilometri per potersi confrontare con ‘maestri di vita’ che hanno qualcosa da dire sulla fede, perché sono i primi a viverla senza finzione! Non esiste prezzo troppo caro da pagare per trovare una risposta che dia luce e felicità!

Questa è la figura di Maria! Essa è simbolo di chi ascolta la Parola di Dio e si confronta con essa per trovare spiegazioni ai propri dubbi. La preghiera è troppo importante per essere trascurata. Il senso della vita è troppo importante per non essere approfondito seriamente. Bisogna avere l’onestà di interrogarsi: Quanto curo la mia preghiera? Mi pongo delle domande sulla vita, sull’uomo, sulla vocazione e cerco... risposte?


Padre Stefano