Come coltivare il dono della fede?

 

Dio ha scritto il primo Libro della sua unica Rivelazione: la Creazione. L’uomo risponde con la sua intelligenza cercando, scavando, scoprendo questo Capolavoro.
Ma quando si ama, si ha voglia di raccontare tutto, dire tutto, dare tutto! Dio non ce la fa a non dare tutto perché è innamorato e solo gli innamorati fanno salti mortali! Dio scrive nel secondo Libro della sua Rivelazione il racconto della sua Vita Intima. Questa volta, ci vuole la fede per accoglierne il messaggio.

Ricevere il dono della fede non è riposo, bensì responsabilità! Un po’ alla maniera di un seme piantato nel giardino, la fede va coltivata, annaffiata, concimata. Non tarderà allora a crescere alta e rigogliosa! “Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami” (Matteo 13, 31-32).
Quali sono i concimi per coltivare la fede? Sono principalmente quattro: la vita di preghiera, la vita sacramentale, la vita di servizio, la vita di comunità. Qualcuno potrà obbiettare che ne esistono altri? Sicuramente, ma saranno in un modo o nell’altro ripresi in uno di questi quattro punti. Gesù stesso ne dà la conferma nel vangelo di Luca: “Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi” (Luca 10, 38-39). La lettura di questo brano di Vangelo mette in evidenza quattro protagonisti: due donne, Marta e Maria; un uomo, Gesù; la casa dove viene accolto. Tutti e quattro stanno a simboleggiare questi ‘concimi’ della fede.
Marta è la donna dell’accoglienza. Apre la porta per far entrare l’Ospite in casa sua. E’ generosa. Intuisce il bisogno degli altri, sta in piedi e si sporca le mani per venirgli incontro. Marta è simbolo del servizio. Rischia però di essere assorbita dal suo lavoro e di perdere di vista Gesù, l’Ospite!

Maria è anche donna dell’accoglienza. Ascolta Gesù e lo fa entrare, non solamente in casa, ma nell’intimo del suo cuore. Per questo che Gesù dice: “Maria ha scelto la parte migliore e non le sarà tolta”. Lei ama e non vuol perdere di vista Gesù. Lo segue, sta con lui, si siede, ascolta, accoglie. Maria è simbolo della preghiera cristiana.
Gesù è colui che dà la Parola e i Sacramenti. E’ il pellegrino accolto dalle sorelle per essere accudito, nutrito, ma è anche colui che nutre, rinfranca con la sua Parola e i Sacramenti.

Infine, la casa è il simbolo della Comunità, il luogo dell’incontro per permettere la relazione tra le persone.


Padre Stefano