Come coltivare il dono della ragione per scoprire Dio?

 

Se è importante coltivare il dono della fede, è altrettanto importante coltivare il dono della ragione.
Per comunicarsi agli uomini e per dire il suo amore troppo grande Dio ha scritto ‘due libri’. Sono i ‘due libri’ dell’unica Rivelazione.
Nel primo ‘libro’ Dio racconta la Creazione, come dal niente egli ha voluto fare le cose belle per gli uomini. Nel secondo ‘libro’ egli svela la sua Vita intima, le sue relazioni d’amore, i suoi progetti per l’uomo e il creato. Per leggere il primo libro e accoglierne il messaggio serve la ragione umana; invece per leggere il secondo libro serve la fede.

L’uomo è come un ‘esploratore’ che indaga tutto il creato per capirne i funzionamenti, le leggi, i meccanismi, la sua bellezza straordinaria,... e scoprire dietro a tutto ciò un Essere personale, origine di tutto. Queste scoperte, questo meravigliarsi alimentano nell’uomo un ‘istinto’ che lo apre su Dio, al punto che si può dire che egli è per natura un ‘essere religioso’. Non di rado però, pesanti ostacoli fanno dubitare dell’esistenza di Dio! Alcuni concludono dicendo che Dio non esiste, che la scienza può spiegare ogni cosa, o quasi!... e che se si ignora ancora oggi qualcosa, sarà scoperto domani e darà conferma della non esistenza di Dio. In effetti, quando c’è confusione si può perdere la traccia di Dio o rifiutarlo esplicitamente.
Le origini di questo ateismo sono diverse e pervadono il pensiero moderno: sarà la cultura materialista, sarà l’insegnamento dato in certe università ‘cultrici’ del dubbio, sarà la prepotenza di potercela fare da solo, sarà l’attaccamento al denaro, ecc... Quando la ragione si chiude nel labirinto del dubbio sistematico, rischia di perdere la sua forza, la sua stessa identità e di lasciarsi trascinare da correnti di pensieri deboli e ambigui. Ma la ragione non ha il diritto di abdicare davanti alla sua ricerca del vero. L’uomo è questo ‘esploratore’ che ha ricevuto in dono la ragione: ne è responsabile e deve impegnare tutto lo sforzo della sua intelligenza per cercare e trovare.

Per chi ha il cuore retto e per chi sa leggere con onestà, l’esistenza di Dio è manifesta nel creato. Come non stupirsi davanti alla bellezza della natura? E’ il caso che fa così bello il mondo? O piuttosto un ordine e un’armonia voluti da una Mente artista?... Ecco una prova dell’esistenza di Dio.
Come non interrogarsi sull’origine del mondo? Esiste creatura che è in se stessa la fonte del proprio essere, un po’ sul modello della generazione spontanea? O piuttosto esiste una Causa prima, una Genesi assoluta che crea un primo, poi un secondo, poi un terzo, fino... all’ultimo? Ora visto che è evidente che l’ultimo c’è, deve esistere la sua Origine, per forza! Rifiutare una tale evidenza è negare l’esistenza della Causa, ma anche dell’ultimo effetto. A questo riguardo vale la pena di ascoltare le parole stesse di Paolo: “Ciò che di Dio si può conoscere è manifesto agli uomini. Dio stesso lo ha manifestato loro. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità” (Romani 1, 19-20)... E’ un’altra prova dell’esistenza di Dio.
Non c’è uomo che non desideri essere felice! Nel cuore di tutti abita una nostalgia di felicità. La felicità non è mai un optional, bensì un obbligo! Tutti siamo costretti a cercarla, a desiderarla e a volerla! Poi ognuno se la trova dove può: chi nel servizio, chi nell’amicizia, chi nell’arte, invece chi nel bere, chi nel denaro, chi nel sesso,... Sant’Agostino ne è un famoso testimone: “Dio, ci hai fatti per te e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te”... Questa è un’altra prova dell’esistenza di Dio.

Quante persone e quanti ragazzi, avventurati sui sentieri di montagna, sono rimasti silenziosamente stupiti davanti alla maestà, alla luce e alla potenza di picchi alti e coperti di neve! Allora tutta la persona intuisce che vi è Qualcosa di grande. Riflette! Contempla! E’ l’esaltazione della ragione e dell’intelligenza che alza a Dio – quasi a sua insaputa – un canto di lode e di ringraziamento. Quando si riscende a valle, il chiasso della città non potrà mai cancellare certe intuizioni, certe ‘aperture’ che si spalancano sugli orizzonti della vocazione di ognuno. Gli stessi brividi toccano anche i cuori degli scienziati, quando passano ore e ore in laboratorio per dissecare il creato, capirne le leggi misteriose, stupirsi della straordinaria combinazione dell’infinitamente piccolo. La ragione non può non interrogarsi, riflettere, ammirare e ringraziare!


Padre Stefano
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