Quale è il rapporto tra fede e agire.

 

La fede è una Luce che indica dove andare e qual è lo scopo da raggiungere, cioè la Comunione con Dio. La luce della fede però, non si limita ad indicare la sola meta, precisa anche i mezzi da prendere per percorrere la strada della vita, per non errare e smarrirsi. Esiste dunque uno stretto rapporto tra credere e agire, tra fede e morale. La fede manifesta chiaramente il dove andare, cioè l’incontro con Cristo, l’abbraccio con la Vita eterna; la morale invece indica le norme giuste e volute da Dio, da seguire per raggiungere questa meta. Con la Luce della fede ogni atto etico e ogni scelta acquista spessore, qualità, energia perché conosce la sua direzione e si orienta secondo il progetto di Dio. Tutto trova un senso. E’ la fede che dà alla morale - quest’arte del bene vivere - il suo giusto valore.
Forse vale la pena denunciare qui un sottile equivoco che mette la fede in crisi e nel quale, purtroppo, tante persone si imbattono. Esso consiste nel ridurre la fede ad una morale, come se l’essere cristiano si identificasse con il rispetto di leggi e norme a cui obbedire, per diventare una brava persona! Pensare così è un errore ed una grave tentazione perché l’uomo, annullando la fede, pensa di trovare, in se stesso e nella sua bravura, l’occasione della sua salvezza. In questo modo la morale cristiana non tarda a diventare insopportabile e senza senso,  perché ha perso la sua direzione e il suo scopo che è la Comunione con Dio. Vivere la fede è incontrare Cristo, è abbracciarLo per essere trasformato da Lui. Solo dopo verrà la conversione morale, quando tutta la vita e tutte le scelte tenderanno a conformarsi a Cristo, nella fede. La morale è una conseguenza della fede e non il contrario: “Gesù disse: ‘non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque ed imparate che cosa significhi: ‘misericordia io voglio e non sacrificio’. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori!” (Matteo 9, 12-13).

Questo rapporto tra fede e agire non esiste per chi non è stato ancora illuminato dalla fede. Tutto il proprio agire morale non tarda a confondersi nella complessità della vita, semplicemente perché non ha che una risposta parziale e troppo umana ai problemi. Egli, così, agisce secondo la sola luce della ragione. Vive dei valori ‘fluidi’ che cambiano a seconda dei tempi e delle mode. Non esistono norme e riferimenti certi perché Dio non esiste ancora o è scomparso dalla propria vita. Chi è privo dalla luce di una fede viva, non tarda a fare come gli pare: “Lo stolto pensa: ‘non c'è Dio’. Sono corrotti, fanno cose abominevoli: nessuno più agisce bene” (Salmo 15,1).


Padre Stefano
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