Vivere la fede è incontrare una Persona.

 

Vivere la fede è accogliere una Parola, ma non una qualsiasi parola, non una parola che passa, cioè una parola effimera che cade nel dimenticatoio del tempo ed è seppellita per sempre. Vivere la fede è accogliere la Parola di Qualcuno che vive, è incontrare una Persona. Accoglierla. Abbracciarla. O meglio, lasciarsi abbracciare! Se vivere la fede si riducesse a seguire un’idea, a spiegare una teoria, a difendere un’ideologia, a rispettare una morale, a promuovere un progetto... sarebbe terribilmente noioso! Quando si ama, non si ha voglia di stringere un teorema, ma una persona viva. Chi crede fa l’esperienza strepitosa dell’essere incontrato, amato, abbracciato, accompagnato! “NO! Non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi!” (Giovanni Paolo II).
Tante persone battezzate, tanti ragazzi che hanno fatto la Comunione o che hanno ricevuto la Cresima non vivono la fede. E’ stata seminata nel loro cuore, ma è rimasta allo stato di ‘seme’ senza mai crescere, anche se hanno ricevuto i Sacramenti e tutto il resto. Sono mancate le condizioni favorevoli, forse è mancato un incontro particolare, sicuramente è mancata l’ora di Dio! Queste persone seguono più o meno bene i riti cristiani, possono essere interessate ai valori morali del Vangelo, sanno qualcosa di Gesù come personaggio storico e... basta. Però non lo sentono vivente nella loro vita. Per loro, Dio è assente, è estraneo alla loro vita, lo sfidano o lo contestano. O peggio ancora, non se ne curano minimamente, vivendo tranquillamente senza Dio! Non sanno cosa significhi l’incontro personale con Lui.

L’esempio di San Paolo è lampante! Lui è un uomo religioso, è stato educato alla scuola rabbinica, è un fariseo, è un osservante scrupoloso della Legge della Sinagoga. Paolo però non ha ancora incontrato Gesù, dunque lo perseguita e si accanisce contro i suoi seguaci. Parte e, galoppando sulla via che porta verso Damasco, fa l’Incontro decisivo con Gesù. E’ Gesù stesso a prendere l’iniziativa. Lo rovescia, lo butta a terra, lo scuote nel suo orgoglio e gli dice: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?’. Rispose: ‘Chi sei, o Signore?’. E la voce: ‘Io sono Gesù che perseguiti!” (Atti 9, 5). E’ l’irruzione di Cristo risorto che invade tutta la persona, la spinge a cambiare vita. E’ la conversione! Ormai al centro del cuore di Paolo non c’è altro che Gesù, un amore indiviso e assoluto. Paolo è passato dall’essere religioso all’essere credente perché è stato incontrato da Gesù e ha risposto con la fede. E noi? Gesù di sicuro non ci abbandona: mette spesso sulla nostra strada dei testimoni, delle persone significative, la sua stessa Parola, la Comunità cristiana, dei segnali che scuotono per ‘bussare’ al cuore e provocare l’Incontro. Ma noi, ci lasciamo incontrare da Lui? A che punto siamo? Accogliamo i ‘segni’ della sua Presenza, i sussulti della sua Voce? O soffochiamo i suoi richiami intimi nella confusione per non sapere, per non vedere, per non essere disturbati?


Padre Stefano
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