Soffia un vento di liberta

Se c’è qualcosa che sorprende quando si arriva nel deserto, è il vento! Ovunque e sempre. Abbastanza leggero la mattina e piuttosto tenace verso mezzogiorno, talvolta anche il contrario, soffia e soffia sinuoso in queste solitudini dalle erbe rase. I Goumier si lasceranno spingere da questa brezza che porta con sé accenti di libertà! Si sentono più che mai a casa loro... “Home sweet home!”.

 

“Libertà! Amata libertà!!”... Se esiste una parola che, a torto o a ragione, è stata tanto decantata, benedetta, acclamata nelle circostanze più diverse, talvolta addirittura contraddittorie, è sicuramente la parola libertà. E’ un termine magico che ha la particolarità di elettrizzare, esaltare, entusiasmare. Poche parole hanno fatto scorrere fiumi di inchiostro e di... sangue! “Quando si possiedono i mezzi per accattivarsi la folla con il miraggio della libertà, questa vi seguirà ciecamente, purché senta pronunciare questa parola” (J.B. Bossuet).
L’interesse per la libertà conosce attualmente nuovi sviluppi. Mentre si afferma sempre più il rispetto della coscienza umana, il diritto alla libertà è divenuto una questione scottante e cruciale. Infatti non rispondendo più alla sua esatta definizione, la libertà è oggi in bilico tra due opposte tendenze:

  • Da una parte essa è posta ai vertici dell’assoluta autonomia, diventando così principio primo e indiscutibile dei valori, creando quindi – alla pari di Dio - il senso del bene, del male e della verità. Questa concezione della libertà lascia al soggettivismo decidere cosa è il vero e il bene. Se non esistono però più criteri oggettivi ai quali fare riferimento, tutto diventa variabile e fluente. Una tale concezione della libertà apre la porta al relativismo.
  • Dall’altra parte, l’esistenza stessa della libertà è messa in discussione come se l’uomo, incapace di scegliere per condurre la sua vita, fosse ridotto a un robot irresponsabile guidato da ciechi determinismi che sono più grandi di lui.

Cosa sarà dunque la libertà? La possibilità di fare qualunque cosa per soddisfare i capricci del momento? Sfuggire a qualsiasi costrizione per poter volare libero come l’uccello che scappa dalla gabbia? Rifiutare di impegnare la propria vita in una scelta definitiva per gustarsi la libertà di poter fare tutto e niente, come la farfalla che si pone su tutti i fiori senza mai fermarsi su un solo? La difesa di una proprietà privata in quanto “la tua libertà finisce dove comincia la mia”? Tutte queste risposte non sono altro che caricature della libertà. Ad imboccare questi sentieri della libertà si rischia di cadere nella trappola della schiavitù! In simili meandri essa si affievolisce, cade a terra e muore. “Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio” (1° Pietro 2, 16). Coloro hanno fatto la terribile esperienza della schiavitù interiore, perché continuamente oppressi da pensieri ossessivi o prigionieri dei vizi vergognosi al punto di deperire, capiscono quanto preziosa sia la libertà! Essa ha sempre bisogno di essere liberata dai mille intralci della vita... e’ un’urgenza quotidiana!
Allora, cosa è la libertà? Dio ha dato all’uomo il libero arbitrio per poter fare delle scelte e condurre responsabilmente la sua vita verso il vero bene. La libertà è il riflesso dell’immagine divina nell’uomo. “Dio volle, infatti, lasciare l’uomo in mano al suo consiglio, così che cerchi spontaneamente il suo Creatore e giunga liberamente, aderendo a lui, alla piena e beata perfezione” (Concilio Vaticano II). E’ necessario però sottolineare la differenza tra libero arbitrio e libertà. Il libero arbitrio è la capacità di scegliere tra un bene e un bene (perché non si sceglie mai un male di per sé). La libertà invece è lo spazio interiore che rende l’uomo responsabile e felice. E’ scegliendo il bene che l’uomo cresce nella libertà. In altre parole si può dire che il libero arbitrio non nasce libero, ma lo diventa quando lo si esercita, facendo delle scelte. Allora cresce la libertà.
Per fare ciò, ci sono due condizioni necessarie. Anzitutto avere un giusto discernimento per capire quale sia il bene giusto, cioè il bene vero. La libertà cerca ‘istintivamente’ il bene, lo sceglie per attirarlo e poi unirsi con esso: il fine della libertà è la comunione! Purtroppo non tutti i beni sono giusti, certi ne hanno solo l’apparenza perché non sono secondo la verità, ossia secondo il progetto di Dio. Gesù è molto chiaro a questo proposito: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8, 32). Quando il libero arbitrio sceglie un’apparenza di bene si schiavizza; invece quando sceglie un bene giusto cresce nella libertà. I segni di pace e di gioia interiore che si intuiscono sono la prova che la libertà è davvero libera... e non è poco!
L’altra condizione perché il libero arbitrio cresca, è il coraggio della scelta. Dopo aver fato discernimento, la libertà deve impegnarsi per scegliere un bene. Scegliere non è facile però! Quanta paura, quanto timore e quanti egoismi che frenano l’uomo! Al posto di buttarsi verso gli orizzonti di una vocazione alta, riduce la sua vita a piccoli cabotaggi, navigando vicino alla riva per poter sbarcare ad ogni difficoltà. Se non va, torna indietro, sconfessando anche le scelte fatte. Non avanza mai! Per mancanza di coraggio, il libero arbitrio non entra mai nella libertà. Tutto questo discorso sembrerà forse strano a certi pusillanimi o timorati della vita, ma si deve affermare che la libertà è tanto più libera quando fa delle scelte audaci e definitive, ossia scelte vocazionali. L’uomo quindi è veramente libero non per fare ciò che gli piace (ossia i suoi capricci), ma per scegliere liberamente ciò che deve fare (ossia il bene della sua vocazione).
Chi non ha mai fatto l’esperienza della sconfitta sul sentiero della libertà? Quante volte per pigrizia, per inganno, per indecisione abbiamo perso la nostra bella libertà che ci faceva sereni e interiormente realizzati? Sì, il cammino della libertà non è facile: basta poco perché l’uomo si lasci sedurre dai miraggi del bene o inciampi nelle sue scelte per timore o rabbia o scoraggiamenti. E’ fare l’esperienza del peccato. Allora non tarda a ritrovarsi ‘stupido’, ‘nudo’ e schiavo. Da solo l’uomo non c’è la fa. Ha bisogno di essere aiutato! “La libertà, quindi, ha bisogno di essere liberata! Cristo ne è il liberatore” (Giovanni Paolo II). E’ esattamente quello che intendono fare i Goumier quando scelgono di partire verso i loro deserti, queste distese di vento e di libertà!

 

Lo spirito ‘ribelle’, di cui è carica la parola GOUM, è assai caro a questi pellegrini della libertà. Quando si avventurano nel deserto, sono ben decisi ad alzarsi e camminare, per risorgere verso la vita e insorgere contro ogni male schiavizzante! Il rifiuto di scendere a patti con valori ambigui, dove spesso la dignità dell’uomo è scartata per il solo profitto e interesse egoista, è per loro categorico! Nessuna sottomissione! La loro opposizione a qualsiasi cultura di morte è netta! Nessuna schiavitù! Questa è la loro battaglia e nessuna menzogna li trattiene. Vogliono essere liberi, liberi per camminare, per Servire, per andare verso la Vita, per vivere a pieno la loro Vocazione e... per Offrirsi agli altri.

 

Questa libertà penetra tutte le fibre della spiritualità dei raid Goum. Essa viene vissuta in un quadro tutto suo, con condizioni molto care a questi uomini del deserto:

 

Padre Stefano

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